Quando questo spettacolo è andato in scena ad Aprile 2022 eravamo in uscita dall’era del Covid. C’era una corsa spasmodica a tornare sul palcoscenico. Le compagnie facevano a gara a chi tornava in scena prima degli altri. Tornammo a fare teatro con tanta passione, ma anche tanta fatica. Era il periodo in cui in sala potevano entrare soltanto i “buoni”; quelli con il codice verde. Una mascherina impediva di vedere le espressioni del pubblico ed anche le risate di chi apprezzava lo spettacolo erano ovattate. Solo gli applausi dei saluti finali davano la stessa scrosciante emozione. L’ultima volta, inoltre, due membri della compagnia subivano un lutto triste ed importante. Era Aprile del 2022 e tutto sembra davvero così lontano. Ora è tempo di rispolverare I SUOCERI ALBANESI. La produzione sarà curata dall’Associazione Culturale Punto & Virgola con il quale in passato c’è già stata una proficua collaborazione con lo spettacolo “Comunque vada”
Per chi non l’ha visto o per chi lo vuole rivedere I SUOCERI ALBANESI tornano dal 4 AL 8 OTTOBRE AL PICCOLO TEATRO SAN PAOLO in VIA OSTIENSE 190 – SPETTACOLI INFRASETTIMANALI ORE 21, DOMENICA ORE 18.
SINOSSI: Una famiglia borghese: un padre, una madre e una figlia. Lucio, consigliere comunale progressista, e Ginevra, chef in carriera, con un passato fatto di lotte politiche e rivolte generazionali, conducono un’esistenza improntata al politically correct, cercando quotidianamente di trasmettere alla figlia Camilla, il loro stile di vita, pregno di valori importanti, di parole mai banali: l’importanza della politica, della solidarietà, della fratellanza. Ogni occasione è buona per ribadire questi concetti edificanti: a tavola, ascoltando un telegiornale, commentando episodi di vita. Al terzetto si aggiunge l’amica del cuore di Ginevra, Benedetta, erborista alternativa in analisi perenne e ossessivamente a caccia di un compagno, e frequentatrice abituale della casa, sui cui abitanti non manca di riversare le sue fragilità.
Come in tutte le famiglie, anche le incombenze pratiche occupano uno spazio importante nella vita di Lucio e Ginevra e la rottura di una tubazione del bagno di servizio, che rischia di allagare l’appartamento sottostante, occupato da un eccentrico tenente colonnello, obbliga i coniugi a chiamare una ditta per il restauro completo del locale. La ditta è formata da due persone: Igli e Lushan. Sono albanesi, con alle spalle una storia simile a quelle che si leggono tutti i giorni sui giornali: viaggi su barconi fatiscenti, periodi di clandestinità, infine l’agognato permesso di soggiorno e adesso una ditta, con tanto di partita Iva e lavoro in quantità. Un esempio da seguire per Camilla e i giovani come lei, abituati al contrario a situazioni agiate e iperprotettive. È questo che Lucio e Ginevra pensano, contemplando la luce che illumina gli sguardi dei due albanesi. Una luce piena di vitalità, voglia di fare, come solo chi ha davvero conosciuto la fame può ancora avere.
Ma un giorno Lucio dimentica un importante documento, torna a casa ad un orario imprevisto e le certezze sue e di Ginevra crollano come un castello di carte. A dimostrazione che i vecchi proverbi non passano mai di moda: chi predica bene, razzola male…